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NON IMPONIBILITÀ’ DEI PROVENTI DERIVANTI DALLA CESSIONE DEL MARCHIO DA PARTE DI SOGGETTI NON IMPRENDITORI
di Matteo Chionchio, e Blasco Monteforte Specchi
Abstract
La qualificazione delle somme percepite da soggetti non imprenditori attraverso la cessione o la conces sione in godimento di marchi è stata a lungo dibattuta. Se percepiti da artisti o professionisti, tali proventi sono riconducibili ai redditi di lavoro autonomo. Rimane il problema della percezione da parte dei privati non esercenti arti e professioni: a giudizio dell’Agenzia delle entrate si tratta di redditi diversi, derivanti da obbligazioni di permettere. Nel caso di cessione del marchio, la soluzione non convince, posto che tale operazione è difficilmente inquadrabile tra le predette obbligazioni.

COMPRAVENDITE DI OPERE D’ARTE TRA PRIVATI: IL DIFFICILE CONFINE TRA SPECULAZIONE E COLLEZIONISMO
di Stefano Spiniello , e Marina Bisogno
Abstract
Sempre più spesso i contribuenti si vedono recapitare avvisi di accertamento nei quali l’Amministrazione finanziaria contesta loro l’assoggettabilità a tassazione delle somme derivanti da vendite di opere d’arte che hanno effettuato, ancorché senza scopo di lucro. La problematica deriva dalla difficoltà di tracciare una netta linea di demarcazione tra la figura del “collezionista” e quella dello “speculatore occasionale”. Anche la giurisprudenza ha trascurato tale discrimen, e si è concentrata maggiormente sui criteri di individuazione dell’attività di impresa svolta dal c.d. mercante d’arte. Un intervento chiarificatore dell’Amministrazione finanziaria potrebbe aiutare ad individuare alcuni criteri guida che orientino gli operatori del settore.

AIUTI FISCALI AL MECENATISMO CULTURALE: L’ART BONUS E LA SUA DIFFICILE OPERATIVITÀ PER I SOGGETTI NON RESIDENTI
di Marina Bisogno , e Stefano Spiniello
Abstract
Dopo anni di provvedimenti lacunosi, l’introduzione dell’Art Bonus è il segno di un ritrovato interesse verso il settore culturale e le sue potenzialità nella ripresa economica. Con tale intervento sono state migliorate le modalità di fruizione della misura agevolativa attingendo alla figura del credito d’imposta che meglio si adatta a realizzare finalità extrafiscali, nonché semplificando gli aspetti procedurali. Tuttavia, anche questo intervento comporta numerosi limiti applicativi che di fatto restringono la platea dei soggetti beneficiari, escludendo i soggetti non residenti, nonché coloro che possiedono solo rendite finanziarie o altri redditi soggetti a imposizione sostitutiva.

LA COMPLICATA RELAZIONE TRA LE SANZIONI DI OMESSO E TARDIVO VERSAMENTO E IL REGIME DEL CUMULO GIURIDICO
di Matteo Chionchio, e Blasco Monteforte Specchi
Abstract
L’Agenzia delle entrate ritiene che le sanzioni di omesso e tardivo versamento non possano fruire del regime del cumulo giuridico, visto che tali illeciti non rispetterebbero i requisiti per rientrare nell’ambito degli istituti del concorso materiale, della progressione e del cumulo giuridico previsto per le violazioni commesse in diversi anni d’imposta. A differenza di tale orientamento restrittivo, si ritiene che l’istituto del concorso materiale possa trovare applicazione almeno nei confronti delle violazioni di tardivo versamento e che l’istituto del cumulo giuridico previsto per violazioni commesse in diversi anni d’imposta sia applicabile sia agli illeciti di omesso che a quelli di tardivo versamento.

POLIZZE STIPULATE PER IL “CASO MORTE” DEGLI AMMINISTRATORI: REGIME TRIBUTARIO IN CAPO A SOCIETÀ E AMMINISTRATORI
di Stefano Spiniello , e Matteo Chionchio
Abstract
La Corte di cassazione e l’Agenzia delle entrate ritengono che i premi assicurativi corrisposti dalle società per il “caso morte” dell’amministratore siano indeducibili, visto che in tale caso difetterebbe il requisito di inerenza. Tuttavia, si ritiene che i premi in esame siano pienamente inerenti e deducibili, qualora l’amministratore assicurato sia una figura chiave per l’impresa, posto che in tale ipotesi il decesso dell’amministratore comporterebbe conseguenze economiche negative per la società. Tale soluzione è stata accolta anche da recente giurisprudenza di merito, la quale ha riconosciuto la deducibilità dei premi pagati per tali polizze, in quanto spese sostenute per salvaguardare l’attività aziendale.

DEDUCIBILITÀ DEGLI INTERESSI DA FINANZIAMENTI IPOTECARI SU IMMOBILI DA LOCARE – FINANZIAMENTI IPOTECARI SU IMMOBILI DA LOCARE: DEDUZIONE INTEGRALE POSSIBILE SENZA IL LEGAME TRA FINANZIAMENTO E ACQUISTO DELL’IMMOBILE
di Matteo Chionchio
Abstract
Con la sentenza n. 1806/2016, la Commissione tributaria provinciale di Milano ha fornito un’interessante interpretazione della norma che consente la deduzione integrale degli interessi passivi relativi a finanziamenti garantiti da ipoteca su immobili destinati alla locazione. Per giungere a tale conclusione i giudici milanesi utilizzano, sia argomentazioni di carattere letterale, che argomentazioni di carattere teleologico, le quali hanno il pregio di valorizzare il vero spirito dell’agevolazione introdotta dal legislatore e l’effetto di respingere l’interpretazione eccessivamente penalizzante adottata dall’Amministrazione finanziaria.

EXIT TAX ESTESA A OPERAZIONI STRAORDINARIE E TRASFERIMENTO DI RAMI DI STABILI ORGANIZZAZIONI
di Stefano Spiniello , e Marina Bisogno
Abstract
Il D.Lgs. n. 147/2015 apporta alcune rilevanti modifiche al regime di tassazione in uscita (exit tax) in caso di trasferimento dell’attività economica all’estero. Tali cambiamenti, dettati anche dall’evoluzione della giurisprudenza comunitaria, riguardano l’estensione del regime di tax deferral ai casi di trasferimento in Stati UE o aderenti allo SEE: (i) di una parte degli attivi, aventi ad oggetto un’azienda o un ramo d’azienda di una stabile organizzazione di un soggetto non residente (ii) di complessi aziendali per effetto di operazioni straordinarie. Tali modifiche sono da guardare sicuramente con favore perché volte a incentivare la libertà di stabilimento all’interno della UE nonché a risolvere alcune distorsioni derivanti dalla normativa preesistente.

QUALIFICAZIONE E TRATTAMENTO DEGLI APPALTI AI FINI IVA TRA NORMATIVA INTERNA E COMUNITARIA
di Stefano Spiniello e Matteo Chionchio
ABSTRACT
In ambito interno, l’appalto viene “naturalmente” classificato ai fini Iva come prestazione di servizi ai sensi dell’art. 3del D.P.R. n. 633/1972. Tuttavia tale inquadramento è tutt’altro che scontato, posto che la Direttiva comunitaria lascia aperto uno spazio per qualificare l’appalto come cessione di beni. Ci riferiamo ai casi in cui nel predetto schema negoziale sia prevalente l’elemento del dare rispetto a quello del facere. È evidente che il problema non è di poco conto, visto che nelle operazioni intracomunitarie potrebbe accadere che un operatore di uno Stato membro qualifichi l’appalto come cessione di beni, mentre l’operatore nazionale lo qualifichi come prestazione di servizi. Senza contare poi che il diverso inquadramento dell’appalto si riflette direttamente su aspetti fondamentali dell’Iva, quali la territorialità, il momento di effettuazione dell’operazione e il meccanismo impositivo.



Italy Clarifies Withholding Exemption Under
EU-Swiss Agreement
by Mario Ferrol and Stefano Spiniello
ABSTRACT
The Italian tax authorities on May 10 issued Ruling 93, clarifying the withholding tax exemption on dividends paid by an Italian company to a Swiss parent.
The ruling was requested by an Italian company whose shares are 50.01 percent held by a company that is tax resident in the Swiss Confederation, with the remaining 49.99 percent held by a U.S. company.
The Italian taxpayer asked whether the withholding tax exemption, provided for by article 15 of the agreement between the European Community and the Swiss Confederation (published in the Official Journal of the European Union on December 29, 2004) is applicable to dividends paid to the Swiss parent.

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